Intervista a Ophelia Cruz Marcelino, Volontaria della Marcellin Home nelle Filippine

Passione e sfide del volontariato nella Marcellin Home/Academy

Il mio nome è Ophelia Cruz Marcelino, un’educatrice che ha servito la Marist School di Marikina City, nelle Filippine, per 32 anni. Provengo dalla storica località di Bataan e mi sono stabilita a Marikina City, Metro Manila nel 1975, quando mi sono sposata. Due dei miei tre figli sono ex alunni della Marist School e il maggiore è attualmente al servizio della scuola come uno dei membri del team di gestione. Durante questi lunghi anni di servizio all’istituto sono stata nominata in diverse funzioni dirigenziali fino al mio pensionamento nel 2015. Anche in pensione ho continuato a servire la scuola come insegnante a tempo parziale nella scuola superiore per tre anni, con passione persino maggiore, grazie al legame diretto e alle interazioni con gli studenti; toccando le loro vite, ho sempre cercato di comprenderne l’unicità e la individualità di ognuno per poi guidarli nel loro percorso formativo e di sviluppo prima che avvenisse il passaggio alla fase successiva: la vita accademica all’università. Dall’inizio della pandemia fino a questo momento non sono stata più impegnata nell’insegnamento.

Questo periodo di inattività mi ha inizialmente isolata dal mondo esterno, ma allo stesso tempo l’assenza di impegni e delle consuete giornate piene mi ha dato modo di riflettere profondamente e di riconnettermi con il mio io interiore e di vedere, senza pregiudizio, una prospettiva più ampia su come poter estendere l’aiuto e l’assistenza agli altri nel comfort della nostra casa, quando all’inizio i cittadini non potevano uscire durante l’isolamento. Questa situazione non è diventata un ostacolo, al contrario ha aperto una ulteriore opportunità permettersi al servizio di persone, specialmente i più giovani, che necessitavano di un’attenzione amorevole e premurosa. La vita contemplativa di questo periodo di pandemia mi ha aiutato a far emergere in me una maggiore creatività, intraprendenza e capacità di innovazione, fino a passare attraverso il processo di vedere la vita da un altro punto di vista e rimuovendo delusione e frustrazione per dare spazio e valore a tutto ciò che abbiamo a portata di mano, alle cose realmente importanti e necessarie, all’essenziale insomma. Ho anche avuto più tempo per riconnettermi con la natura nel mio spazio personale, il mio giardino, dove apprezzo di più le piante, la presenza delle api, delle farfalle, delle mantidi, degli uccelli e persino dei vermi mentre scavo nel terreno. Le cose importanti che con me coesistono, che prima non vedevo o trascuravo, ora le prendo in considerazione. Il giardinaggio dà vita alla mia vita in solitudine in questo periodo di pandemia.

Proseguendo il mio cammino interiore, ho deciso di fare volontariato nella Casa Marcellino. Quando Fr. Edgar Ceriales, FMS, il coordinatore del programma di volontariato della Provincia, ha richiesto dei volontari, ho prontamente comunicato la mia disponibilità a prestare servizio proprio nella Casa Marcellino, anche in considerazione delle mie pregresse esperienze nel campo dell’orientamento e della consulenza. Mesi prima della pandemia avevo potuto immergermi nel luogo. Nel mio breve periodo di convivenza con la comunità dei Fratelli nella Casa Marcellino, in compagnia dei giovani, mi sono sentita inadeguata e incapace a comprenderli a fondo a causa della barriera comunicativa. Parlo inglese e tagalog, che i bambini capiscono molto bene, ma durante le nostre conversazioni la maggior parte delle volte essi parlavano nella loro lingua madre, Ilonggo o Cebuano. Da qui le mie difficoltà di comprensione verbale. Onestamente, la mia intenzione di servirli come consulente di orientamento volontario non ha avuto un esito eccellente e ciò ha reso il mio approccio inefficace proprio a causa di questa limitazione. Fr. Edgar Ceriales, FMS, invece, mi ha sfidato chiedendomi di svolgere due compiti importanti che sarebbero andati a diretto beneficio dei bambini: in primo luogo, condurre una valutazione dei bisogni del programma di assistenza residenziale e dei servizi offerti ai bambini e ai giovani della Casa Marcellino e, in secondo luogo, formulare un programma completo di assistenza residenziale basato sui risultati della valutazione condotta. Questi compiti mi hanno spinto a osservare le attività, fare ricerche, condurre interviste e incontri con le persone significative del Centro. Il rapporto di valutazione dei bisogni è stato presentato al Consiglio provinciale dell’Asia orientale per un’ulteriore revisione e approvazione. La loro convalida ha dato il via alla fase successiva dell’incarico, ovvero la formulazione di un programma completo di assistenza residenziale e di vita indipendente nella Casa Marcellino. In qualità di volontaria, ho continuato da sola a formulare il Programma migliorato alla luce dei risultati della Valutazione dei bisogni, della Visione, della Missione, degli Obiettivi e delle finalità dell’istituzione. Ho pregato incessantemente e con l’ispirazione e l’intercessione della nostra Buona Madre, la Beata Vergine Maria e San Marcellino Champagnat, il compito è stato completamente svolto e approvato.

Ufficialmente, la Casa o l’Accademia Marcellino hanno un programma di assistenza residenziale già esistente e il mio contributo come volontaria è quello di migliorare ciò che l’istituzione sta facendo al servizio dei giovani sotto la propria tutela. Il PROGRAMMA COMPRENSIVO DI CURA RESIDENZIALE DELLA CASA/ACCADEMIA MARCELLINO è un programma progettato per assistere i CICL, i CAR e gli OSY nel loro sviluppo olistico e nella loro formazione e sostiene il loro sviluppo pro-sociale.

Si tratta di un programma potenziato basato sui servizi esistenti. In generale, il programma è stato concepito per rafforzare il programma di assistenza residenziale della Casa concentrandosi sulle seguenti componenti: assistenza sanitaria, formazione psico-sociale e spirituale, istruzione e formazione tecnica, vita indipendente. I servizi rispondono alle esigenze degli studenti.

Il progetto del programma è costruttivo, facilitante e positivo. Le strategie e gli approcci a misura di bambino sono adattati nel rispetto del sistema di giustizia minorile e in aderenza alle disposizioni delle leggi vigenti nelle Filippine, come RA 9344, RA 7610, PD 603, RA 10630 e il Manuale sulla gestione dei casi di CAR e CICL.

I beneficiari di questo programma sono gli studenti della Casa/Accademia Marcellino, che sono;

  1. BAMBINI A RISCHIO (CAR) provenienti principalmente da General Santos City e anche da altri comuni e province, di età compresa tra i 7 e i 17 anni. Questo include:

1.1.   Bambini di strada – bambini che vivono per strada;

1.2.   Bambini abbandonati o in difficoltà – bambini che sono stati lasciati e incustoditi dalla loro famiglia per almeno sei (6) mesi continuativi;

1.3.   Bambini maltrattati fisicamente – bambini a cui sono state inflitte lesioni fisiche o danni che includono, ma non solo, lacerazioni, fratture, morsi, strangolamenti e atti simili;

1.4.   Bambini trascurati – bambini che sono stati privati dei loro bisogni fondamentali di cibo, vestiti, riparo e cure parentali.

  1. BAMBINI IN CONFLITTO CON LA LEGGE (CICL). Questa categoria comprende:

2.1.   Delinquenti minorenni di età inferiore ai 18 anni;

2.2.   Bambini coinvolti nel sistema giudiziario come imputati.

  1. GIOVANI FUORI SCUOLA (OSY). Questa categoria comprende:

3.1.   Giovani orfani di età compresa tra i 18 e i 21 anni che hanno fissato obiettivi personali ragionevolmente chiari nella vita e mostrano disciplina personale, di studio e di lavoro tali da esercitare un’influenza benefica mettendosi al servizio di altri bambini e giovani svantaggiati.

3.2.   Giovani promettenti con genitori irresponsabili/impoveriti, di età compresa tra i 18 e i 21 anni, che si siano prefissati obiettivi personali ragionevolmente chiari nella vita e dimostrano disciplina personale e disponibilità a prestare servizi in cambio dei benefici del programma.

Questi giovani e bambini sono stati esposti fin dai primi anni di vita a varie esperienze difficili, sgradevoli e impegnative come descritto nella classificazione precedente. La Casa Marcellino, sotto la guida di Fr. Crispin Betita, FMS, e del suo staff, lavora a stretto contatto con le diverse agenzie governative, le unità governative locali e le organizzazioni non governative per fornire i servizi e garantire il benessere e gli interessi dei giovani della Marcellin Home.

Come volontaria, il mio breve soggiorno alla Marcellin Home mi ha toccato il cuore, essendo venuta a conoscenza della vita difficile che i bambini hanno dovuto vivere prima di diventare residenti dell’istituto. Ognuno di loro ha una storia da condividere che ha causato dolore e angoscia costringendoli a diventare bambini a rischio, in conflitto con la legge. Le loro storie hanno toccato il mio cuore, mi hanno fatto capire che l’assenza di sostegno, di cure, di una guida adeguata e dell’amore della famiglia sono sicuramente fattori determinanti nello sviluppo emotivo di un minore, e che da tali mancanze è dipesa la condizione socio-affettiva di quei bambini della Marcellin Home. Fin dal primo giorno della mia permanenza, due degli studenti più giovani del gruppo, di 9 e 12 anni, sono rimasti spesso dopo le lezioni, chiacchierando allegramente con me e condividendo le loro esperienze. Mi hanno fatto fare il giro del complesso della Casa mentre io cercavo di capire quello che mi dicevano, aiutata dalla loro vivace gestualità. Nei momenti in cui non mi vedevano, questi due ragazzi mi cercavano nella casa dei Fratelli: sentivo il loro grande desiderio di un amore materno e di cure, e il bisogno di una famiglia. L’importanza di volontari che siano allo stesso tempo genitori preparati nella Marcellin Home non può essere sottovalutata: la loro presenza in questo ambito, allo scopo di offrire assistenza e guida ai giovani è essenziale in ogni Casa. È qui che c’è bisogno di volontari.

L’attività di volontariato mi ha aiutato ad approfondire il mio amore per i bambini, soprattutto quelli più trascurati, quelli che non sono amati e difficili da amare. Come madre e nonna, i miei occhi e il mio cuore si sono aperti ai loro bisogni e all’importanza di rispondere alle loro implicite richieste, soprattutto sotto l’aspetto del sostegno emotivo. La consapevolezza di quanto i miei figli e nipoti siano fortunati ad avere una famiglia amorevole, premurosa e solidale è una grazia di Dio. Con gratitudine, apprezzo e riconosco che il volontariato è un atto di servizio molto nobile, non importa quanto piccolo sia il contributo. Il volontariato è un atto di gentilezza e di generosità di tempo, di amore per sé stessi e di compassione per gli altri. Come Marista di Champagnat, il mio amore non è cambiato quando sono andata ufficialmente in pensione e ho smesso di essere una dipendente, perché il mio cuore continua a battere come Marista, motivo per cui ho deciso di fare volontariato in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo per essere al servizio degli altri o e anche per tendere una mano a un’istituzione o a un gruppo Marista ogni volta che si rende necessario. Anche le diverse tecnologie e gli spazi virtuali sono di grande aiuto per dare una mano che non richieda la presenza fisica, specie in questo periodo di crisi sanitaria che tutto il mondo sta vivendo. Il volontariato è una strada che vale la pena percorrere, è una risposta alla chiamata di Dio, sapendo che il sostegno, l’aiuto e l’assistenza che si possono offrire significano tanto per chi li riceve. Le opportunità di diventare un volontario sono molteplici, varie e fuori dagli schemi; cogliete l’occasione e siate generosi con il tempo, condividendo talenti e competenze per fare del volontariato. Ne vale sicuramente la pena e l’impegno   è molto appagante e autorealizzante. Un consiglio: non aspettate la pensione, come ho fatto io, prima di fare volontariato; ogni volta che siete chiamati a impegnarvi attivamente è un buon momento per servire. Che lo spirito di servizio attraverso il VOLONTARIATO continui a bruciare in noi maristi di Champagnat.

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